«Il voto odierno (15 novembre, ndr) della Plenaria del Parlamento Europeo sul regolamento di modifica della metodologia anti-dumping suggella l’intesa raggiunta ad inizio ottobre dalle Istituzioni europee su questo complesso file legislativo, strettamente connesso al tema del cosiddetto riconoscimento alla Cina dello status di economia di mercato. Il giudizio del Governo italiano non è cambiato: pur non trattandosi di una soluzione ottimale, il compromesso raggiunto rappresenta il miglior risultato possibile tenuto conto delle diverse forze in gioco. A questo riguardo, va ricordato come all’inizio del 2016, quando si iniziò a riflettere a Bruxelles su questo dossier, le idee presentate dalla Commissione corrispondevano ad un vero e proprio riconoscimento alla Cina dello Status di Economia di Mercato (MES), moderato solo da alcuni correttivi. Sin dall’inizio, l’Italia ha intrapreso una battaglia, spesso solitaria soprattutto in Consiglio, per correggere una traiettoria che avrebbe portato ad un risultato disastroso per l’industria ed i lavoratori europei. Anche grazie a questo impegno, la Commissione ha corretto la sua linea presentando – nel novembre 2016 – una proposta che ha abbandonato l’ipotesi del riconoscimento del MES e che contempla un nuovo meccanismo di calcolo del dumping basato, invece, sul concetto della presenza di distorsioni significative. Successivamente, in Consiglio, nonostante la nostra posizione fosse di assoluta avanguardia, è stato possibile apportare ulteriori miglioramenti. Su questo solco si è poi inserito il fondamentale lavoro del Parlamento Europeo che ha apportato ulteriori miglioramenti al regolamento. Credo che vada riconosciuto merito a quanti, Governo, industria, delegazione parlamentare italiana al PE, si sono impegnati per evitare una soluzione disastrosa, come sarebbe stata la concessione del MES alla Cina. Da parte mia, non posso che rinnovare il plauso ai nostri parlamentari europei e al relatore On Cicu che in questa fase finale hanno dato un contributo importante e sostanziale al miglioramento del compromesso. La vigilanza deve rimanere alta. Compito del Governo e degli altri attori è ora fare in modo che questa nuova normativa venga applicata in modo rigoroso e che gli altri dossier legislativi attualmente in discussione a Bruxelles in questo settore, ad iniziare dalla cosiddetta modernizzazione degli strumenti di difesa commerciale, si concludano in modo positivo. L’obiettivo comune deve essere quello di favorire il commercio equo, combattendo ogni forma di concorrenza sleale che mette in pericolo la nostra industria ed i nostri posti di lavoro». E’ quanto ha dichiarato, in una nota stampa ufficiale diramata dal Mise il 15 novembre 2017, il Ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda a seguito dell’approvazione da parte del Parlamento Europeo della nuova normativa sulla metodologia di calcolo anti-dumping.
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