«Sulle piazze italiane i prezzi all’origine di ortaggi e verdure – nel primo trimestre dell’anno, rispetto all’analogo periodo del 2017 – sono scesi notevolmente: -10,6% per i finocchi, -30,6%% per l’indivia, addirittura -47,9% per la lattuga; anche i prodotti in serra vedono ridursi drasticamente le quotazioni: -35,7% per le zucchine, -43,8% per i peperoni, -44,9% per le melanzane, -55,2% per i pomodori. Lo pone in evidenza Confagricoltura, sottolineando la necessità di adottare efficaci e tempestive iniziative per contrastare la grave crisi di mercato del comparto orticolo». Lo si legge in una nota stampa ufficiale diramata da Confagricoltura nazionale il 27 marzo 2018, e che riportiamo integralmente.
“Sono molteplici le cause del calo dei prezzi all’origine degli ortaggi – sottolinea il componente di giunta della Confagricoltura Sandro Gambuzza –. C’è un mercato ormai globale, caratterizzato da profondi mutamenti climatici che creano instabilità ed imprevedibilità. I problemi però non sono dovuti solo alla situazione meteo, ma anche notevole volume di importazioni, consumi non sostenuti e, soprattutto, un disequilibrio nella filiera”. “Valutiamo positivamente l’attenzione della regione Sicilia che è una delle più vocate all’orticoltura ma è necessaria – ha proseguito Gambuzza – anche un’azione nazionale sulla crisi, prevedendo misure eccezionali di intervento sul mercato”. “Bisogna pure dare forza ai produttori ed evitare che subiscano gli effetti di politiche commerciali penalizzanti per debolezze organizzative – ha concluso il rappresentante di Confagricoltura -. Per questo va favorita l’organizzazione e la concentrazione dell’offerta tramite le OP (organizzazioni di produttori) che, accanto all’intervento pubblico, possono svolgere un ruolo essenziale per riequilibrare il mercato, con azioni interne alla filiera”.