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Privacy, Confesercenti: per le piccole imprese il Gdpr è una stangata da almeno 2 miliardi di euro. Una norma imposta dalla Ue

25 Maggio 2018 - Local Genius

Privacy, Confesercenti: per le piccole imprese il Gdpr è una stangata da almeno 2 miliardi di euro. Una norma imposta dalla Ue


Aziende costrette a sostenere costi aggiuntivi per adeguarsi ad una norma burocratica la cui applicazione a tutte le imprese non porta alcun vantaggio effettivo ai cittadini

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«Una batosta che costerà alle imprese almeno 2 miliardi di euro. Il GDPR, il nuovo regolamento sul trattamento e la protezione dei dati personali in vigore dal 25 maggio, è una stangata per le circa 4 milioni di PMI italiane, costrette a sostenere costi aggiuntivi per adeguarsi ad una norma burocratica la cui applicazione a tutte le imprese non porta alcun vantaggio effettivo ai cittadini». Lo si legge in una nota stampa ufficiale diramata il 24 maggio 2018 da Confesercenti nazionale, e che riportiamo integralmente. «La stima di 2 miliardi di euro è, oltretutto, estremamente conservativa: si basa infatti – sottolinea Confesercenti – su una spesa di 500 euro ad impresa, il minimo per l’istituzione e la tenuta del registro dei dati personali e per la redazione della nota informativa. Ma saranno moltissime le PMI che sborseranno molto di più, a seconda della tipologia di attività e del numero di dipendenti e clienti di cui si devono conservare le informazioni. Se riguardano oltre le 250 persone fisiche, infatti, si dovrà anche avere il Dpo, un responsabile esterno del trattamento dati che può costare fino a 5mila euro l’anno. Un conto decisamente troppo salato per una norma che era nata per limitare gli eccessi dei giganti di Internet e della telefonia, ma che è finita per applicarsi anche a ditte individuali e a piccole imprese come ristoranti, bar e parrucchieri, che pagheranno multe salate in mancanza di un adeguamento«.

«Per i circa 23mila gestori di carburanti, poi, è in arrivo – fa presente la nota stampa – una nuova batosta burocratica: la carta carburanti e l’obbligo di emissione di fattura elettronica, che scatteranno dal prossimo 1° luglio, e costeranno agli operatori almeno 300 euro l’anno, per un totale complessivo di circa 7 milioni. In una fase ancora difficile per le piccole imprese, questi aggravi di natura normativa non hanno senso, e vanno contro lo Statuto delle Imprese (come sempre) e contro tutti i buoni propositi di semplificazione burocratica puntualmente promossi dalle forze politiche».  «Chiediamo dunque al prossimo esecutivo una svolta, con un doppio intervento – conclude il comunicato stampa – da portare a termine con urgenza: l’esclusione dal GDPR delle micro e piccole imprese che non usano dati personali a fini commerciali e l’istituzione del doppio regime (elettronico e cartaceo) per l’emissione di fatture riguardanti gli acquisti di carburanti per auto-trazione. Mettendo così finalmente un limite ad eccessi burocratici la cui utilità è dubbia e la dannosità certa».

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