«Le esportazioni dei prodotti lattiero caseari crescono del 5% nel 2018 trainate soprattutto dalle vendite dei formaggi che raggiungono il massimo storico di sempre. È quanto emerge da una analisi della Coldiretti sui dati Istat relativi al primo trimestre di quest’anno, a commento dei dati presentati da Assolatte in occasione della sua 73esima assemblea annuale a Milano». Lo si legge in una nota stampa ufficiale diramata da Coldiretti nazionale il 13 maggio 2018, e che riportiamo integralmente. «Mai così tanto formaggio italiano – spiega il comunicato – è stato venduto all’estero dove in cima alla lista dei più richiesti ci sono il Grana Padano e il Parmigiano Reggiano che in quantità rappresentano il 21% del totale esportato e che guidano la lista del 51 formaggi italiani che hanno avuto il riconoscimento dell’Unione Europea come denominazione di origine (Dop/Igp) a partire dal Pecorino Romano, dal Gorgonzola e dalla Mozzarella di bufala campana e che fanno segnare valori importanti di esportazioni. I formaggi Made in Italy più esportati sono purtroppo anche quelli più taroccati nel mondo dove le imitazioni del Parmigiano reggiano e del Grana Padano hanno superato addirittura i prodotti originali, dal parmesao brasiliano al reggianito argentino fino al parmesan canadese, australiano e statunitense».
«Ma in tutti i continenti – continua la Coldiretti – sono diffuse brutte copie di tutti i principali formaggi italiani favorite anche dai recenti accordi di libero scambio siglati o in corso di negoziato da parte dell’Unione Europea, dal Canada (CETA) ai Paesi dei Sudamerica (Mercosur), dall’Australia alla Nuova Zelanda, che di fatto tendono a legittimare le falsificazioni del made in Italy. Il successo dei formaggio italiano all’estero è la punta dell’iceberg del segnale di ripresa registrato nel settore lattiero caseario nazionale dopo l’obbligo di indicare in etichetta la provenienza del latte entrato in vigore in Italia il 19 aprile 2017 che ha rivitalizzato il mercato e – conclude la Coldiretti – salvato molte stalle dalla chiusura».
Fotografia pubblicata: degustazione di Grana Padano (archivio Local Genius)