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Apincittà, l’Ape italiana vigila sulla biodiversità e sulla qualità dell’aria della Città Eterna. Rete di alveari contro lo smog

4 Luglio 2018 - Local Genius

Apincittà, l’Ape italiana vigila sulla biodiversità e sulla qualità dell’aria della Città Eterna. Rete di alveari contro lo smog


Un progetto molto articolato che punta a numerosi utili obiettivi, tra cui quello di realizzare anche un modello di apicoltura didattica per la biodiversità urbana

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«L’Ape italiana vigila sulla biodiversità e sulla qualità dell’aria della Città Eterna. Ecco cosa viene emergendo dal Progetto Apincittà: una rete coordinata di alveari, dislocata in luoghi strategici e grazie ai quali si potranno acquisire dati di elevato valore scientifico. Si parla di censimento della biodiversità cittadina, di servizio di impollinazione, di monitoraggi mirati sull’inquinamento dell’aria, di ricerche su effetti indesiderati per le api e per i prodotti dell’alveare. Il Progetto (frutto di un coordinamento tra Arma dei Carabinieri, FAI-Federazione Apicoltori Italiani e Comune di Roma) prevede di mettere a sistema i piccoli ma numerosi allevamenti di api che ci sono nella Capitale, creando fin da subito una rete di dieci postazioni per gran parte già presenti nel Centro Storico o di prossima installazione. L’apiario sperimentale “Numero Zero” è quello della FAI-Federazione Apicoltori Italiani, attivo già dal 1980 a Palazzo della Valle, sede di Confagricoltura. Un Apiario Urbano Sperimentale che in questi giorni è sciamato (è proprio il caso di dirlo) fino alla sede del Comando CUFA dell’Arma dei Carabinieri, dove sono stati installati tre alveari per attivare la “Postazione Laboratorio Numero 1”». Lo si legge in una nota stampa ufficiale diramata da Confagricoltura nazionale il 3 luglio 2018, e che riportiamo integralmente.

«Già numerose – spiega la nota stampa – le realtà apistiche individuate e disponibili a entrare in rete: Largo Argentina – Apiario Sperimentale FAI, Via Veneto – Comando Carabinieri C.U.F.A., Villa Borghese – Bioparco Roma, Villa Wolkonsky – Residenza Ambasciatore Britannico, Via di Vigna Murata – Cooperativa Sociale Agricola G. Garibaldi, Tre Fontane Garbatella – Orti Urbani di Roma Capitale, Via Anagnina – Apiarium, Via Casilina – Comitato Mura Latine, Via Nomentana – A.P.S. Fiore del Deserto. Poi, pian piano, verranno collegate tutte le altre postazioni, che il Progetto ha individuato come siti di interesse scientifico, fino a costruire una rete di monitoraggio capace di fornire da subito preziose informazioni su quali sono le fioriture di Roma più diffuse e visitate dalle api, sulla presenza e concentrazione di metalli pesanti, polveri sottili, microplastiche e IPA-Idrocarburi Policiclici Aromatici. Insomma, mentre le api volano sui tetti di Roma, l’Arma dei Carabinieri in collaborazione con la FAI-Federazione Apicoltori Italiani avvierà una valutazione sull’impatto del servizio ecosistemico che le api garantiscono alla Capitale. Ma anche una nuova modalità di vigilanza sul fenomeno dei furti degli alveari, con particolare attenzione alla tutela e alla salvaguardia dell’ape italiana che addirittura una legge (N. 313/2004 per la Disciplina dell’Apicoltura) chiede di difendere e diffondere».

«Sembra già tanto, anzi tantissimo, ma il Progetto Apincittà non esaurirà solo così i suoi effetti. L’Arma dei Carabinieri e la FAI-Federazione Apicoltori Italiani, infatti, d’intesa con il Comune di Roma, intendono uniformare – precisa il comunicato – un modello di apicoltura didattica per la biodiversità urbana, attraverso il quale le scolaresche e la cittadinanza possano avvicinarsi a questi piccoli nuclei di alveari, in tutta sicurezza, vedere da vicino come funziona una centralina di biomonitoraggio che conta su circa 50.000 api (veri e propri sensori), quante ce ne sono dentro un solo alveare, nel momento di massimo sviluppo delle famiglie! Apincittà, infine, si propone come modello per un Progetto ad alto tasso di inclusione: tutti gli apporti saranno bene accetti, altre Istituzioni ed Enti di Ricerca potranno aggregarsi per offrire specifiche e mirate collaborazioni su ambiti tecnico-scientifici che grazie alla multidisciplinarietà dell’ape potranno andare in tante altre direzioni. Si registrano già, in questa fase di esordio, le manifestazioni di interesse del CNR-Centro Nazionale delle Ricerche, dell’ISS-Istituto Superiore di Sanità, dell’Università La Sapienza di Roma e di altri atenei».

«La partecipazione attiva della cittadinanza, l’incontro tra apicoltori e società, Istituzioni ed Enti di Ricerca servirà – conclude la nota stampa – a veicolare un esempio (quello che le api ci offrono ogni giorno) di coesione, di operosità, di condivisione verso un obiettivo comune. Non è un caso che proprio ispirandosi alla vita delle api, il motto della FAI-Federazione Apicoltori Italiani riecheggi sul Progetto Apincittà in modo persino solenne: “Il mio non sol, ma l’altrui ben procuro”».

Fotografia pubblicata: immagine allegata alla nota stampa ufficiale

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