“A meno di un anno dall’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, non è stato ancora raggiunto un accordo sulle regole per un periodo transitorio dopo il 29 marzo 2019, data fissata per la Brexit”. «A lanciare l’allarme – si legge in una nota stampa ufficiale diramata da Confagricoltura nazionale il 10 settembre 2018 – è il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti, che evidenzia come, nei giorni scorsi, il responsabile dei negoziati per la Commissione UE, Michel Barnier, abbia detto che tra le questioni che restano da risolvere ci siano il riconoscimento e la tutela delle denominazioni d’origine dei prodotti agro-alimentari sul mercato britannico dopo la Brexit». «In un documento che la Commissione Europea ha inviato agli Stati membri sul tema della proprietà intellettuale – spiega Confagricoltura – è stato rimarcato che non esiste nell’ordinamento giuridico del Regno Unito una normativa specifica in materia di protezione delle designazioni geografiche; così come per le altre indicazioni dell’Unione riferite ai prodotti agricoli. In sostanza, in assenza di un accordo, il riconoscimento e la tutela delle denominazioni d’origine non sarebbero garantiti sul mercato del Regno Unito dopo la Brexit. Come indicato da Barnier, la delegazione britannica vorrebbe riportare la questione nel contesto del negoziato sulle future relazioni tra Ue e Regno Unito».
“E’ una posizione che va respinta – sottolinea Giansanti – considerando l’importanza che riveste il mercato britannico per il Made in Italy agro-alimentare e per i nostri prodotti di punta a denominazione geografica. Le esportazioni di settore su questo mercato ammontano a circa 3,5 miliardi di euro e la metà del valore è dato dalle vendite di vini e prodotti ortofrutticoli”. «Con tutta probabilità, la riunione del Consiglio Europeo, in programma nel prossimo mese di ottobre, sarà fondamentale per mettere a punto la posizione finale dell’Unione, in vista dei passaggi finali del negoziato con il Regno Unito che dovrà concludersi, al più tardi, all’inizio di novembre per consentire in tempo utile le ratifiche parlamentari dello schema di intesa». “Il nostro auspicio – conclude il presidente di Confagricoltura – è che la questione della piena tutela delle denominazioni di origine continui ad essere tenuta nella massima considerazione dal governo; sollecitando la ricerca di una soluzione adeguata ai nostri legittimi interessi e alle potenzialità del sistema agro-alimentare italiano. In particolare, facciamo pieno affidamento sull’azione dei ministri Moavero e Centinaio”.