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Brexit e accordo Ue-Gbr: salvaguardate le produzioni agroalimentari Made in Italy e i prodotti a indicazione geografica

26 Novembre 2018 - Local Genius

Brexit e accordo Ue-Gbr: salvaguardate le produzioni agroalimentari Made in Italy e i prodotti a indicazione geografica


La Gran Bretagna è il quarto mercato di sbocco per la produzione agroalimentare nazionale con un fatturato annuo di circa 3,5 miliardi di euro

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“Un risultato senz’altro positivo per il sistema agroalimentare italiano”. È la valutazione espressa dal presidente della Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, sull’esito della riunione straordinaria del Consiglio europeo tenuta il 25 novembre. Lo si legge in una nota stampa ufficiale diramata il 25 novembre 2018 stesso da Confagricoltura nazionale, e che riportiamo integralmente. «Sulla base dell’accordo di recesso approvato dai capi di Stato e di governo – spiega il comunicato – i nostri prodotti potranno essere venduti liberamente sul mercato del Regno Unito fino alla conclusione, il 31 dicembre 2020, del periodo di transizione che, peraltro, potrebbe essere oggetto di proroga». “Grazie all’efficace azione svolta dalla delegazione italiana, che ha accolto le nostre sollecitazioni – ha sottolineato Giansanti – tutte le indicazioni geografiche continueranno ad essere riconosciute e tutelate anche dopo il recesso britannico”.

“Per quanto riguarda le future relazioni tra la UE e il Regno Unito – ha aggiunto il presidente della Confagricoltura – è di grande rilievo l’impegno bilaterale a garantire la libera circolazione di tutte le merci senza tariffe e restrizioni quantitative. Prevista anche la protezione delle rispettive indicazioni geografiche”. «Resta l’incertezza legata – sottolinea la nota stampa – all’esito del voto parlamentare nel Regno Unito». “In caso di bocciatura dei testi concordati a Bruxelles – ha concluso Giansanti – ogni iniziativa dovrà essere considerata per scongiurare l’uscita del Regno Unito senza un accordo. Il ritorno dei dazi e dei controlli doganali dal 30 marzo prossimo avrebbe pesanti conseguenze per l’economia nel Regno Unito e a livello europeo”. «Confagricoltura ricorda – conclude la nota stampa – che quello del Regno Unito è il quarto mercato di sbocco per il “Made in Italy” agroalimentare con un fatturato annuo di circa 3,5 miliardi di euro. L’incidenza dei prodotti a indicazione geografica e di qualità si attesta attorno al 30 per cento del totale».

Fotografia pubblicata: Londra, immagine generica dell’archivio Local Genius

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