«Il 4 dicembre pomeriggio a Bruxelles si è proceduto al voto per l’adozione di una clausola di salvaguardia che per 3 anni ripristina i dazi sulle importazioni di riso da Cambogia e Myanmar, che attualmente sono a dazio zero. Pur non essendosi evidenziata una maggioranza qualificata in favore della proposta di regolamento, la Commissione – alla luce del risultato ottenuto (13 Paesi a favore pari ad oltre il 57% della popolazione Ue) – procederà a valutare positivamente l’adozione della misura, che si auspica possa suggellare positivamente gli sforzi messi in atto dal Governo italiano in difesa del settore risicolo dell’Unione Europea, trovando così soluzione alla situazione dei coltivatori e produttori di riso nazionali». Lo si legge in una nota stampa ufficiale diramata dal Mise il 4 dicembre 2018, e che riportiamo integralmente.
«L’Italia – spiega il comunicato – ha chiesto sin dal 2014 misure per tutelare le aziende risicole poiché era giunta alla conclusione che l’aumento delle importazioni di riso a dazio zero da Cambogia e Myanmar aveva causato danni al settore in Europa, e in particolare ai risicoltori italiani, che producono circa la metà del riso Ue. Secondo i dati della Commissione europea, nel periodo settembre 2012-agosto 2017 l’import da Cambogia e Myanmar è aumentato fino ad incidere per più del 30% sul totale delle importazioni. Nello stesso periodo, la produzione della Ue è crollata del 40% e dal lato dei prezzi si è registrata una diminuzione tra il 20 e il 40%. Va ricordato che la Commissione europea, solitamente cauta rispetto a forme di salvaguardia, nel mese di novembre ha presentato una proposta che preannunciava un esito positivo dell’indagine, risultato che non si prevedeva facile per gli interessi contrapposti tra Stati membri a vocazione differente. In quell’occasione l’intervento italiano ha ripercorso gli sforzi messi in atto dal Governo per trovare soluzione ad una situazione resa drammatica da un aumento esponenziale di importazione di riso ed è stato determinato nell’affermare la rilevanza che il dossier riveste per l’Italia dal punto di vista economico ma anche politico. Il dazio che auspicabilmente verrà rintrodotto sarà progressivamente ridotto nell’arco di tre anni (175, 150 e 125 euro/t.), così da trovare un equilibrio tra l’aspetto di sviluppo insito nel regolamento sulle preferenze generalizzate e la salvaguardia dell’industria europea. Tale soluzione permetterebbe, da un lato, di non chiudere completamente il mercato comunitario e, dall’altro, consentire all’industria europea di adattarsi al ripristino dell’esenzione dei dazi all’importazione di riso proveniente da Cambogia e Myanmar».
«Il lavoro di coinvolgimento degli altri Stati membri, a partire da quelli che guardano sempre con molta attenzione i bisogni dell’industria europea, pur nel rispetto delle regole del commercio internazionale e dell’importanza del sostegno ai Paesi meno sviluppati del mondo, è stato determinante – sottolinea la nota stampa ufficiale del Mise – per raggiungere questo risultato, che seppur non ancora definitivo dimostra che siamo riusciti a coagulare un buon numero di sostenitori ed a contenere gli effetti negativi di una possibile minoranza di blocco. Compito del Governo e degli altri attori sarà, una volta che la Commissione avrà assunto la posizione definitiva con l’adozione del provvedimento, fare in modo che l’industria italiana si riorganizzi per evitare così che il problema si ripresenti in futuro. Va riconosciuta alla Commissione la determinazione ad adottare il regolamento di esecuzione e ripristinare il dazio in tempi brevi, concludendo l’iter procedurale entro il mese di gennaio 2019, scongiurando la perdita per gli agricoltori di un anno di raccolto».
«In concreto il regolamento della clausola di salvaguardia – conclude la nota stampa – dovrebbe essere in Gazzetta ufficiale europea nei prossimi giorni».