«Lunedì 10 dicembre alle 10, nella sede dell’Accademia dei Georgofili, a Firenze, si svolgerà un convegno su “L’olivicoltura in Toscana, tra passato e futuro”, organizzato in collaborazione con la Regione Toscana, la Fondazione Clima e Sostenibilità, l’Università di Firenze e la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa». Lo si legge in una nota stampa ufficiale diramata il 6 dicembre 2018, e che riportiamo integralmente. «L’olivicoltura toscana – spiega il comunicato – da alcuni anni sta vivendo una profonda trasformazione legata ad un passaggio generazionale che vede il progressivo abbandono di vecchi oliveti situati in aree svantaggiate ed un aumento di nuovi impianti in terreni dove, fino ad alcuni anni fa, veniva preferita la coltivazione del frumento. Non mancano situazioni intermedie, caratterizzate da mille sfumature nei metodi di coltivazione. Nel contempo, anche le tecnologie di trasformazione stanno vivendo un fervido momento di rinnovamento sotto la spinta della richiesta di prodotti di estrema qualità».
«Testimonianza del rinnovato interesse verso questo settore – precisa la nota stampa – è dato dai tre progetti integrati di filiera (PIF) del bando del 2015, del Programma di Sviluppo Rurale della Regione Toscana, che hanno visto molteplici investimenti da parte di aziende agricole e di trasformazione che operano nel settore oli-olivicolo. I progetti sono volti a valutare e verificare l’adattabilità di tecniche di gestione innovative dell’oliveto, aumentare la qualità e la quantità delle produzioni, aumentare la redditività delle aziende agricole, migliorare le performance aziendali in termini di sostenibilità ambientale e conservare e preservare il territorio».
«La Regione Toscana e l’Accademia dei Georgofili – conclude il comunicato – dedicano quindi una giornata di studio alle misure d’innovazione (sottomisura 16.2) legate ai tre progetti (SEMIA, ASIOLBIO-SI e APPAGO), al fine di delineare un quadro rappresentativo del comparto oli-olivicolo toscano ed avere un momento di confronto sulle ulteriori necessità d’innovazione».