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Agricoltura biologica in Basilicata, l’assessore regionale Braia: investiti oltre 87 milioni di euro attraverso il PSR 2014-2020

14 Gennaio 2019 - Local Genius

Agricoltura biologica in Basilicata, l’assessore regionale Braia: investiti oltre 87 milioni di euro attraverso il PSR 2014-2020




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“Un risultato fondamentale per il futuro della cerealicoltura per la Basilicata sul tema delle rotazioni colturali da adottare nelle aziende biologiche. Dopo la deroga ottenuta dalla Sicilia, giunge anche la buona notizia per il comparto cerealicolo e dei legumi bio della nostra regione. Abbiamo, infatti, ottenuto il parere favorevole del Mipaaft, relativamente agli ambiti territoriali a vocazione cerealicola nei quali la Basilicata può adottare la deroga, da noi ufficialmente richiesta, e attuare la rotazione quadriennale con non meno di tre specie differenti, almeno una delle quali leguminosa. A sostegno dell’agricoltura biologica, la Regione Basilicata, ha investito oltre 87 milioni di euro attraverso il PSR 2014-2020.”. Lo rende noto l’Assessore alle Politiche Agricole e Forestali della Basilicata, Luca Braia, con una nota stampa diramata l’11 gennaio 2019, che riportiamo integralmente.

“Abbiamo richiesto e ottenuto – prosegue l’Assessore Braia – che i nostri agricoltori possano ricorrere a due differenti rotazioni sempre coerenti con i regolamenti europei che prevedono che in regioni caratterizzate da particolari condizioni, quali la Basilicata, si possa derogare ad avvicendamenti colturali erbacei idonei all’ambiente pedoclimatico dell’agricoltura biologica.  Ringrazio il dirigente Ermanno Pennacchio e i funzionari dell’ufficio Fitosanitario che, in sinergia e con il sostegno dell’Alsia che ha curato la relazione tecnica, hanno lavorato per ottenere questo importante risultato. Una buona dimostrazione di competenza e collaborazione istituzionale messa al servizio del comparto agricolo lucano. I nostri agricoltori sanno bene che nelle sei zone pedoclimatiche della Basilicata (Ionica, Bradanica, Appenninica settentrionale, Appenninica Nord occidentale e Sud occidentale, Tirrenica) il clima influenza il tipo di agricoltura, in particolare nelle aree interne e non irrigue. La cerealicoltura lucana, incentrata soprattutto sul frumento duro, continua a rappresentare un comparto strategico occupando un quarto della superficie agricola utilizzabile regionale. Da una decina di anni, il modello colturale che vede la rotazione biennale in avvicendamento con le leguminose da granella o da sovescio e/o foraggere nelle aree a presenza di allevamenti zootecnici, rappresenta un ottimo e consolidato modello di sviluppo e crescita del settore che sta dando già buoni risultati”.

“La normativa attuale sarebbe risultata quindi particolarmente stringente e penalizzante per i produttori lucani in regime di biologico. Nei territori agricoli di Basilicata è, inoltre, fondamentale anche assicurare la presenza dell’uomo nelle aree interne ed evitare il fenomeno dell’abbandono delle aziende agricole oltre che per il prezioso contributo che i nostri agricoltori offrono al miglioramento della qualità dell’ambiente e per il contenimento dei fenomeni di dissesto idrogeologico. L’avvicendamento proposto dalla Regione Basilicata e approvato in deroga dal MIPAAFT – conclude l’Assessore Braia – consente pertanto di applicare una rotazione quadriennale con almeno tre colture diverse che garantiscono l’equilibrio degli elementi del terreno e il contenimento delle infestanti. Dal punto di vista economico le aziende possono così continuare ad assicurare sul mercato la presenza della produzione di frumento duro biologico di Basilicata e contestualmente alimentare e continuare a sviluppare la filiera dei legumi biologici e rispondere alla crescente domanda da parte dei consumatori che sempre più apprezzano oggi i prodotti della nostra regione e della vicina Puglia, con la quale condividiamo l’IGP della lenticchia di Altamura, prodotta per il 60% in territorio lucano”.

Fotografia pubblicata: immagine allegata alla nota stampa

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