«Il dato di giugno conferma l’assenza di tensioni sui prezzi al consumo. L’aumento congiunturale (0,2%) è ascrivibile a fattori stagionali (trasporti, servizi ricettivi e ricreativi, ecc.) e l’inflazione di fondo resta sul mezzo punto percentuale. L’aspetto complessivamente favorevole è il sostegno al potere d’acquisto delle famiglie. Quello negativo è che la crescita dei prezzi è, comunque, per la metà dovuta all’area dell’energia ciò comporta uno spostamento di risorse dai soggetti trasformatori di materie prime ai produttori di petrolio. È il commento dell’Ufficio Studi di Confcommercio sui dati Istat del 28 giugno». Lo si legge in una nota stampa ufficiale diramata il 28 giugno 2019 da Confcommercio nazionale, e che riportiamo nella sua versione integrale.
«La fragilità dei consumi più tradizionali – conclude la nota di Confcommercio nazionale – è testimoniata dall’azzeramento o quasi della variazione tendenziale dei prezzi su alimentari e bevande, abbigliamento e arredamento. Il turismo e i servizi connessi, anche sul fronte inflazionistico mostrano buona vitalità, però insufficiente a sostenere il sistema economico nella sua interezza. Il gap di crescita dell’Italia si riflette in parte anche nel perdurante gap inflazionistico rispetto al resto dell’Europa».