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Hard Brexit? Sos di Confagricoltura:  l’export agroalimentare italiano destinato al mercato britannico rischierebbe un tracollo

28 Agosto 2019 - Local Genius

Hard Brexit? Sos di Confagricoltura: l’export agroalimentare italiano destinato al mercato britannico rischierebbe un tracollo


Riflessioni del presidente nazionale Giansanti sulle possibili conseguenze della non corresponsione alla Ue da parte del Regno Unito dei fondi per gli impegni di spesa pluriennali assunti durante la permanenza nell’Unione

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«Mentre a Londra sono salite alle stelle le tensioni politiche sulle condizioni dell’uscita dall’Unione europea il 31 ottobre prossimo, il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti si sofferma sulle conseguenze di una “hard Brexit” che, alla luce delle iniziative del Primo Ministro britannico, risulta sempre più probabile». Lo si legge in una nota stampa ufficiale diramata il 28 agosto 2019 da Confagricoltura nazionale, e che riportiamo integralmente. “In aggiunta alla scontata contrazione delle esportazioni Ue (circa 40 miliardi di euro l’anno) sul mercato britannico, il recesso senza regole del Regno Unito può aprire un buco nel bilancio dell’Unione, a danno della tempestiva e completa esecuzione dei programmi di spesa” sottolinea Giansanti.

«Il Primo Ministro britannico Boris Johnson ha dichiarato che il Regno Unito – spiega Confagricoltura – potrebbe non corrispondere l’importo previsto (circa 33 miliardi di euro) come quota parte per gli impegni di spesa pluriennali assunti durante la permanenza nell’Unione». “Inoltre – aggiunge il presidente di Confagricoltura – una ‘hard Brexit’ provocherebbe un buco immediato di almeno 10 miliardi di euro nel bilancio della Ue”. «L’ammanco sarebbe determinato dalla differenza tra il mancato contributo britannico al bilancio dell’Unione e la sospensione dei programmi di spesa Ue destinati al Regno Unito che, anche al netto degli sconti ottenuti in passato, è – come l’Italia – un contribuente netto del bilancio Ue».

“Ho avuto modo di affrontare la questione con il commissario Hogan – evidenzia Giansanti – che mi ha rassicurato sulla continuità dei pagamenti diretti agli agricoltori previsti dalla PAC. I problemi potrebbero sorgere invece, già nel corso del 2020, dal lato dei trasferimenti per lo sviluppo rurale”. «La Commissione europea, inoltre, ha reso noto che il mancato rispetto degli obblighi finanziari da parte del governo di Londra, oltre ad aprire un conflitto legale, renderebbe impossibile – precisa la nota stampa – la sottoscrizione di un accordo bilaterale sugli scambi commerciali». “In tal caso – rileva Giansanti – l’export agroalimentare italiano destinato al mercato britannico rischierebbe un tracollo. Nell’eventualità di una “hard Brexit”, non sarebbero più riconosciute e tutelate le indicazioni di origine e qualità”. «Confagricoltura ricorda che le vendite annuali del Made in Italy agroalimentare in Gran Bretagna – conclude la nota stampa – ammontano a 3,4 miliardi di euro, oltre l’8% sul totale delle esportazioni di settore. Per il Prosecco, in particolare, il Regno Unito è il primo mercato di sbocco su scala mondiale. Nel periodo 2001-2017 gli acquisti di prodotti agroalimentari italiani (vini, ortaggi trasformati, formaggi e pasta) sono aumentati di oltre il 40%. Confagricoltura segnala infine che il mondo agricolo europeo, compresa l’associazione degli agricoltori britannici, è compatto nel richiedere alle istituzioni politiche, a Bruxelles e a Londra, di fare ogni sforzo per evitare un recesso senza regole del Regno Unito dalla Ue».

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