È stato presentato a Roccella Jonica, presso l’ex Convento dei Minimi e a cura della locale associazione di stimolo alla lettura, il volume di Armin Wolf intitolato “Ulisse in Italia. Sicilia e Calabria negli occhi di Omero”. Ha coordinato i lavori il giornalista Romano Pitaro. Sono intervenuti, oltre all’autore, l’archeologo Roberto Spadea, già direttore della Soprintendenza archeologica della Calabria, e il giornalista e scrittore Massimo Tigani Sava che, attraverso la casa editrice Local Genius, ha proposto la prima edizione in lingua italiana del prezioso saggio.
La straordinaria ricerca portata avanti dal professor Armin Wolf, durata circa quarant’anni ed effettuata in tutto il Mediterraneo centro-occidentale, rivoluziona l’approccio all’Odissea considerandola un vero e proprio testo di storia elaborato in versi piuttosto che una “semplice”, per quanto sublime, opera poetica. E quindi, grazie ad una serie di geniali intuizioni, confortate da ricerche approfondite e dall’analisi di innumerevoli fonti, l’Odissea di Omero, concepita nell’VIII secolo avanti Cristo, diventa il primo documento storico, frutto di un viaggio reale e puntualmente raccontato, che pone al centro del suo interesse la Calabria, la Sicilia, lo Stretto di Messina, l’Istmo di Catanzaro, le attuali Isole Eolie (che l’Autore preferisce denominare Lipari), Malta, il Mediterraneo centrale e occidentale.
Ulisse, fiaccato dalla perigliosa e lunghissima navigazione nel disperato ma tenace tentativo di rientrare in patria dopo aver combattuto a Troia, naufraga nel Golfo di Lamezia Terme, alla foce del fiume Amato. Soccorso da Nausicaa, Ulisse raggiunge a piedi la reggia dei Feaci, a Tiriolo, da dove si possono osservare i due mari (lo Jonio e il Tirreno) e i due porti. Racconterà le sue epiche peripezie a re Alcinoo che lo aiuterà, fornendogli un’imbarcazione, a rientrare a Itaca. Ulisse, che prima del naufragio sulla costa tirrenica lametina aveva attraversato in direzione sud-nord lo Stretto di Messina, navigherà verso Itaca senza riattraversare in direzione opposta lo spazio d’acqua compreso fra Scilla e Cariddi. E qui Wolf risolve, individuando nell’Istmo di Catanzaro il luogo strategico dell’Odissea, una questione rimasta “appesa” per secoli: come aveva fatto il figlio di Laerte a ripartire in nave verso Itaca senza riattraversare lo Stretto di Messina? Ulisse, spiega lo storico tedesco, passa dalla costa tirrenica a quella jonica percorrendo a piedi, in due distinte tappe, l’Istmo di Catanzaro, largo poco più di 30 chilometri. L’eroe omerico salpa dalla foce del Corace, nel Golfo di Squillace, dove giunge a piedi partendo da Tiriolo, e con un’ormai sicura navigazione di cabotaggio raggiunge finalmente Penelope e Telemaco. Tigani Sava nel suo intervento ha tra l’altro sottolineato l’enorme valore che l’opera di Wolf può avere a supporto di un marketing territoriale calabrese basato sul più intelligente recupero delle radici identitarie.
Fotografia pubblicata: la presentazione del libro di Armin Wolf a Roccella Jonica (Rc)