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Asiago Dop, il Consorzio di Tutela in Giappone per il primo evento dedicato ai formaggi d’origine protetta Made in Ue

28 Settembre 2018 - Local Genius

Asiago Dop, il Consorzio di Tutela in Giappone per il primo evento dedicato ai formaggi d’origine protetta Made in Ue


Le vendite di Asiago DOP nel Paese del Sol Levante sono aumentate dal 2016 al 2017 del 50,4%. La difesa del marchio. Il potenziale di sviluppo in Asia

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«Il Consorzio Tutela Formaggio Asiago vola in Giappone, invitato a Tokyo dal Ministero dell’Agricoltura nipponico, per partecipare agli incontri bilaterali Ue-Giappone e al primo evento, il prossimo 29 settembre, interamente dedicato ai formaggi d’origine protetta europei. Alla vigilia della ratifica dell’accordo di partenariato economico con l’Unione Europea (EPA) e dopo il pieno riconoscimento dei diritti di proprietà intellettuale sancito da una serie di vittorie legali contro tentativi di usurpazione ottenute nel paese del sol levante e in Cina, il Consorzio Tutela Formaggio Asiago prosegue la sua azione di promozione e valorizzazione della DOP veneto-trentina». Lo si legge in una nota stampa ufficiale diramata il 24 settembre 2018, e che riportiamo integralmente. «”Asiago” è registrato in Giappone come marchio, fin dal 2012 e, in virtù di questo riconoscimento, negli ultimi sei anni, il Consorzio di Tutela – sottolinea il comunicato – ha avviato un’intensa azione legale riuscendo a respingere con successo ogni tentativo d’utilizzo fraudolento nel paese. Contestualmente, nel negoziato Ue-Giappone, attualmente in attesa di ratifica, il formaggio Asiago è inserito anche nell’elenco delle duecento indicazioni geografiche e tra i dieci formaggi italiani oggetto di protezione».

“In questi anni – afferma Flavio Innocenzi, direttore del Consorzio di Tutela, – abbiamo lavorato duramente per garantire la tutela e, contestualmente, per promuovere e valorizzare il nostro prodotto. Abbiamo così creato le migliori premesse affinché in futuro sia possibile sfruttare ancora meglio le opportunità offerte da un mercato che dimostra un crescente apprezzamento per la proposta di valore gastronomico e culturale contenuta nei prodotti a Denominazione di Origine Protetta rispetto a produzioni generiche e standardizzate. L’abbassamento dei dazi conseguente alla chiusura del negoziato fornirà nuove opportunità di crescita che dipenderanno dalla capacità di commercializzazione dei nostri produttori ed esportatori”. «In Giappone il consumo di formaggio è cresciuto, dal 2012 al 2017, del 14% raggiungendo – precisa la nota stampa – i 2,50 kg pro capite (dati Clal). Una quota ancora modesta, anche a causa dei dazi doganali fino ad oggi elevati per i prodotti importati, che però offre ampie opportunità di crescita per una Denominazione d’Origine Protetta come Asiago. Proprio grazie alle azioni di tutela del Consorzio e alle attività di promozione, le vendite di Asiago DOP sono aumentate dal 2016 al 2017 del 50,4%. Un viatico positivo che, alla vigilia della ratifica dell’accordo di partenariato economico del Giappone con l’Unione Europea (EPA), vede ora il Consorzio di Tutela invitato ad una serie di incontri bilaterali in programma a Tokyo e, il prossimo 29 settembre, all’EU Geographical Indications Cheese Festival, la prima rassegna interamente dedicata ai formaggi europei ad indicazione geografica».

«La strategia del Consorzio Tutela Formaggio Asiago – conclude la nota stampa – è da sempre attenta ai mercati asiatici. Fin dal 2014, Asiago è un termine registrato anche in Cina, dove, in questi anni, sono state realizzate missioni commerciali, oltre alla partecipazione, nel triennio 2014-2016, alla fiera FHC CHINA. Proprio qui, creando un precedente di rilievo, che ha anticipato l’accordo bilaterale UE-Cina per la protezione delle reciproche Indicazioni Geografiche nel quale Asiago è inserito nell’elenco dei 100 prodotti italiani che saranno protetti una volta entrato in vigore, il Consorzio ha bloccato alcuni prodotti che tentavano di usurpare il nome ASIAGO utilizzandolo impropriamente. Un risultato seguito da una serie vittorie legali, a riprova che il futuro del mondo agroalimentare italiano di qualità è necessariamente legato ad un presidio globale dei mercati che garantisca l’autenticità del grande patrimonio di valori e di reputazione del Made in Italy».

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