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Catanzaro era famosa ai primi dell’800 per i suoi ottimi Salumi, i delicatissimi formaggi detti Raschie e per le pregevoli sete

2 Maggio 2019 - Antonella Iacobino

Catanzaro era famosa ai primi dell’800 per i suoi ottimi Salumi, i delicatissimi formaggi detti Raschie e per le pregevoli sete


Lo si evince nel "Notiziario" del grande gastronomo napoletano Vincenzo Corrado, di cui si parla ampiamente nel nuovo volume edito da Local Genius intitolato “Agricoltura e Pastorizia nella Storia della Calabria”

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Catanzaro era famosa ai primi dell’800 per i suoi ottimi Salumi, i delicatissimi formaggi detti Raschie e per le pregevoli sete

Catanzaro, ai primi dell’Ottocento, era famosa e considerata nel Regno di Napoli per gli ottimi Salumi e per dei delicatissimi formaggi detti “Raschie”, oltre che ovviamente per le sue Sete. Lo si evince dal “catalogo” di produzioni tipiche delle Province del Regno pubblicato dal grande gastronomo napoletano Vincenzo Corrado, dei quali tratta ampiamente il nuovo volume di Local Genius intitolato “Agricoltura e Pastorizia nella Storia della Calabria”. Il volume, primo di una nuova serie inserita nella collana “Semi”, è ricco di informazioni di questo tipo relative a tutta la regione, e quindi si propone come un riferimento fondamentale per la ricostruzione dell’identità agricola, agroalimentare e artigianale della Calabria. “Fa sede la città di Catanzaro – scrive tra l’altro il Corrado – sopra spaziosa montagna abbondante in tutte le derrate dell’agricoltura. I suoi abitanti fanno grande industria di seta, e con essa fanno moltissimi lavori a telaro, de’ quali n’è grande lo spaccio. Dei loro commestibili son ottimi li salami porcini, e li latticinj rappresi chiamati raschie, che son dilicatissime”. La pregevolissima opera che Vincenzo Corrado pubblicò a Napoli nel 1816, “Notiziario delle particolari produzioni delle Province del Regno di Napoli”, è suddivisa in capitoli, ciascuno dei quali è dedicato ai distinti territori del Regno, a partire da “Napoli e suoi Casali”, per passare alla Terra di Lavoro, al Principato Citra e Ultra, alla Basilicata, alla Terra d’Otranto, alla Terra di Bari, alla Capitanata, al Contado di Molise, all’Abruzzo Citra e Ultra, e quindi alla Calabria Citra e alla Calabria Ultra. Nel volume edito da Local Genius si pubblicano, nella loro versione integrale, i capitoli del “Notiziario” rispettivamente dedicati alla Calabria Citra (pp. 72-79, del testo originale) e alla Calabria Ultra (pp. 79-93, idem).

Il primo volume di “Agricoltura e Pastorizia nella Storia della Calabria” è la prosecuzione, nell’ambito della collana “Semi” di Local Genius, di un articolato lavoro di ricerca sulle radici dei sistemi agricoli, agroalimentari e pastorali di una delle regioni più antiche del Mediterraneo e dell’Occidente. La connessione con la realtà economico-sociale, nonché con le attività artigianali, commerciali, marinare e pescherecce è evidente, e trova puntuali riferimenti nei testi che, a partire proprio da questo primo contributo, proponiamo ai lettori. Per comprendere le caratteristiche odierne dell’agroalimentare calabrese, le sue potenzialità, i suoi perduranti limiti, le sue positività, è fondamentale rifarsi al passato, recuperando fonti, analisi, ricerche e spunti che si rivelano preziosi anche nel tentativo di infrangere luoghi comuni, e di non limitarsi alle chiacchiere dell’attualità, peraltro spesso forzata da interessi contingenti. Né va sottovalutato l’enorme valore che questo sforzo ha nel ricostruire la dimensione identitaria della Calabria che, forte della sua storia che si conta in millenni, può offrire e “vendere” al mondo globale esperienze, sensazioni, specialità e prodotti che sono unici, distintivi, esclusivi, non delocalizzabili.

Questo primo volume contiene tre testi: il “Saggio di Economia Campestre per la Calabria Ultra” scritto dal marchese Domenico Grimaldi e edito nel 1770; i capitoli dedicati alla Calabria (Ultra e Citra) del “Notiziario delle particolari produzioni delle Province del Regno di Napoli” di Vincenzo Corrado, edito nel 1816; la “Lettera del signor Giovanni Battista Gagliardo al C. Filippo Re P. Professore di Agraria nell’Università di Bologna colla quale si dimostra che le canne a zucchero furono nei secoli decimo quinto e decimo sesto coltivate nelle Calabrie”, del 1814. Tutti i testi sono stati digitati (non siamo quindi di fronte a una semplice ristampa anastatica), rendendoli pertanto molto più leggibili e fruibili, nonché corredandoli di utilissimi Indici dei Nomi, dei Luoghi, delle Cose che ovviamente garantiscono una consultazione assai più agile. Il volume è a cura di Massimo Tigani Sava, giornalista esperto di identità territoriale nonché di radici storico-culturali dell’agroalimentare calabrese e meridionale. Massimo Tigani Sava ha già all’attivo numerosi saggi. Un libro di circa 300 pagine, illustrato in bianco e nero. Per info e acquisti online scrivere a: info@sensazionimediterranee.com

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