“Finisce l’autunno più caldo di sempre dal punto di vista climatologico a livello planetario globale con la temperatura sulla superficie della terra e degli oceani che è stata superiore di 1,41 gradi rispetto alla media del ventesimo secolo, classificandosi come la più alta mai registrata dalla banca dati Noaa, il National Climatic Data Centre che rileva le temperature mondiali dal 1850. E’ quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare che il risultato è che i primi undici mesi dell’anno sono stati superiori di 1,15 gradi la media del periodo 1900 -2000 con una probabilità superiore al 99% che il 2023 si classifichi come il più bollente di sempre. Un andamento confermato anche in Italia con una temperatura autunnale di ben 2,1 gradi superiore la media storica, ma l’anomalia sale a +2,3 gradi nel centro Italia, secondo l’analisi della Coldiretti sulla base delle elaborazioni Coldiretti su dati Isac Cnr che rilevano le temperature dal 1800, in occasione del solstizio di inverno che cade il 22 dicembre alle ore 04,28 e segna, con il giorno più corto dell’anno”. Lo si legge in una nota stampa ufficiale diramata da Coldiretti nazionale il 21 dicembre 2023, e che riportiamo integralmente.
“E’ dunque destinata a cambiare la classifica degli anni più roventi negli ultimi due secoli che si concentra in Italia nell’ultimo decennio e comprende fino ad ora nell’ordine secondo l’analisi della Coldiretti il 2022 il 2018, il 2015, il 2014, il 2019 e il 2020. L’anomalia climatica del 2023 è stata accompagnata fino ad ora da una media di oltre 9 eventi estremi al giorno per il maltempo lungo la Penisola, tra grandinate, trombe d’aria, bombe d’acqua, ondate di calore e tempeste di vento che hanno provocato vittime e danni secondo l’analisi della Coldiretti sulla base dei dati dell’European Severe Weather Database (Eswd). Il risultato è il crollo dei raccolti nazionali che mette a rischio gli alimenti base della dieta mediterranea con riduzioni che vanno dal 20% per il vino al 30% per le pesche e nettarine ma anche la produzione dell’olio extravergine nazionale è stimata in circa 290mila tonnellate, ben al di sotto della media dell’ultimo quadriennio. Un’annata nera per l’agricoltura italiana con danni che, tra coltivazioni e infrastrutture, superano i 6 miliardi a causa dei cambiamenti climatici. Siamo di fronte – sottolinea la Coldiretti – ad una evidente tendenza alla tropicalizzazione con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal caldo al maltempo con effetti devastanti come dimostrano le alluvioni in Romagna e in Toscana”.
“L’agricoltura italiana è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici ma è anche il settore più impegnato per contrastarli” afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “i cambiamenti climatici impongono una nuova sfida per le imprese agricole che devono interpretare le novità segnalate dalla meteorologia e gli effetti sui cicli delle colture, sulla gestione delle acque e sulla sicurezza del territorio”. “Un obiettivo che – conclude Prandini – richiede un impegno delle Istituzioni per accompagnare innovazione dall’agricoltura 4.0 con droni, robot e satelliti fino alla nuova genetica green no ogm alla quale la Commissione Europea, anche grazie al nostro pressing, sta finalmente aprendo le porte”.