Il ministro Carlo Calenda ha firmato il 21 dicembre 2017, il decreto che dall’1 gennaio 2018 consentirà di ridurre il costo dell’elettricità per le imprese manifatturiere energivore. Il decreto ha ricevuto i pareri e le osservazioni delle Commissioni Parlamentari e dell’Autorità per l’energia elettrica e il gas, Autorità che, nell’ambito delle proprie competenze e in coordinamento con il decreto, renderà contestualmente operativa la nuova struttura tariffaria degli oneri di sistema per i clienti non domestici, necessaria per adeguarsi alle regole europee. Lo si legge in una nota stampa ufficiale del Ministero dello Sviluppo Economico diramata il 27 dicembre 2017, e che riportiamo integralmente. Il provvedimento, frutto di un complesso lavoro di confronto con la Commissione Europea durato 3 anni – prosegue il comunicato -, consente di ridurre il differenziale di prezzo dell’energia elettrica pagato dalle imprese più esposte alla concorrenza estera, introducendo anche in Italia le nuove misure rese possibili dall’Europa: si potrà così ottenere un progressivo allineamento dei costi per la fornitura di energia elettrica delle imprese italiane ai livelli degli altri competitors europei. La riduzione del costo dell’energia per le imprese energivore, insieme al sostegno all’innovazione attivato con il piano Industria 4.0, costituisce la base per un recupero di competitività del Made in Italy e di tutti i settori industriali, per rilanciare la crescita, contrastando il rischio di delocalizzazioni. Le oltre 3000 imprese che potranno accedere ai nuovi benefici, complessivamente un miliardo e 700 milioni di euro – si legge nella nota stampa -, sono una parte fondamentale della manifattura italiana, dal settore alimentare alla filiera di produzione dei materiali di base con oltre 400 mila addetti diretti, 36 miliardi di euro di valore aggiunto, circa 130 miliardi di euro di fatturato. La filiera che, in modo diretto e indiretto, beneficerà della ripresa della competitività dei processi produttivi energivori genererà un impatto ben più ampio in termini di crescita dell’occupazione, interessando fino a un milione e 200mila posti di lavoro, così come per il valore aggiunto e per il fatturato. Poiché il rilancio dei settori industriali passa attraverso l’innovazione tecnologica e una maggiore sostenibilità ambientale, il beneficio – termina il comunicato – sarà calcolato utilizzando parametri di consumo basati su standard di efficienza energetica, spingendo le imprese energivore a un ulteriore passo avanti in tal senso.
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