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Cultura e creatività sono perno dello sviluppo: Lombardia prima tra le regioni italiane. Un primato molto significativo!

30 Luglio 2018 - Local Genius

Cultura e creatività sono perno dello sviluppo: Lombardia prima tra le regioni italiane. Un primato molto significativo!


I dati che emergono dall'ottava edizione del Rapporto 'Io sono cultura' della Fondazione Symbola e Unioncamere. L'industria culturale lombarda è anche quella che offre maggiori opportunità lavorative

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«Cultura e creatività. Elementi fondamentali per lo sviluppo, della persona in primis ma anche dell’economia. E nella classifica italiana delle regioni in cui questi fattori rivestono un ruolo predominante nella creazione di ricchezza per il territorio il primo posto è occupato dalla Lombardia». Lo si legge in un lancio di Lombardia Notizie, agenzia di stampa della Regione Lombardia, del 28 luglio 2018, facendo riferimento all’approfondimento settimanale di Lombardia Speciale pubblicato sul sito ufficiale. «Dall’ottava edizione del Rapporto ‘Io sono cultura’ della Fondazione Symbola e Unioncamere emerge che in regione – precisa il comunicato – il sistema produttivo culturale e creativo nel 2017 ha prodotto il 7,2 per cento del valore dell’intera economia, trainando verso l’alto la media italiana del 6 per cento. In termini assoluti la Lombardia è al primo posto per valore aggiunto del settore pari a 24,1 miliardi di euro su 92,2 miliardi a livello italiano, il 26 per cento del totale nazionale, e in crescita dell’1,9 per cento sul 2016. A livello regionale è seguita da Lazio (14,8 miliardi), Piemonte (8,1), Emilia-Romagna (7,7), Veneto (7,5), Toscana (6). L’industria culturale lombarda è anche quella che offre maggiori opportunità lavorative con 350mila addetti, circa un quarto del totale nazionale e +1,5 per cento sul 2016, il 7,4 per cento del totale occupati nell’economia regionale, seguita da Lazio (204.600 addetti), Veneto (135.200), Emilia-Romagna (134mila), Piemonte (130mila). A livello nazionale gli occupati sono 1,5 milioni».

«Le posizioni in testa alla classifica nazionale di Lombardia e Lazio – fa presente la nota che riportiamo integralmente – sono trainate dai due hub culturali di Milano e Roma che guidano la graduatoria provinciale per incidenza della ricchezza prodotta dal sistema produttivo culturale e creativo sul totale dell’economia locale, rispettivamente con il 9,9 e 9,8 per cento. A seguire, nella top 5, Torino (8,8%), Siena (8,4%) e Arezzo (7,8%). Nelle prime 20 si trova anche Monza-Brianza al 13° posto con un’incidenza del 6,2 per cento. Per quanto riguarda il peso degli addetti sul totale occupati Milano è sempre in testa con il 10,1 per cento, seguita da Arezzo (8,9%), Roma (8,6%), Torino (8,4%), Firenze (7,8%). Monza-Brianza si posiziona al 7° posto (7,3%). Con più di 61.000 imprese la Lombardia predomina anche per densità delle imprese culturali, seguita sempre dal Lazio (41.441), poi vengono Veneto (23.103), Campania (21.836), Emilia-Romagna (21.645) e Piemonte (21.065) che chiude il quadro delle regioni con più di 20mila imprese. A livello settoriale sul territorio regionale prevalgono le attività di architettura e design (31,6% delle imprese culturali e creative lombarde), seguite dall’editoria (27,5%) e dalle attività di comunicazione (17,3%)».

“Non sono assolutamente sorpreso da questi numeri – ha commentato l’assessore all’Autonomia e alla Cultura Stefano Bruno Galli – perché la Lombardia è leader nel Paese da ogni punto di vista, quindi anche nel settore dell’industria culturale e creativa. La ricchezza generata dalla cultura in Lombardia, pari al 26% del totale nazionale, è perfettamente in linea con il PIL lombardo che contribuisce per quasi un quarto a quello nazionale”. “Con l’autonomia la Lombardia sarà ancora più leader, anche nella cultura. Perché l’autonomia – ha affermato Galli – libera le migliori energie in tutti i campi e ci consentirà di ottenere come competenza la valorizzazione del nostro patrimonio culturale. Nell’industria della cultura siamo primi per valore aggiunto con 24,1 miliardi. Al secondo posto il Lazio, che può contare su Roma, si ferma a 14,8 miliardi. Questa ricchezza, questa vitalità della produzione culturale in Lombardia ha ricadute straordinarie anche sull’occupazione (350.000 addetti), sull’imprenditorialità (61.000 imprese), ma anche sulla trama sociale, la consapevolezza e la maturità delle nostre comunità: dalla più grande e cosmopolita Milano, fino alle più piccole”.

“La forza della Lombardia – ha concluso Galli – si radica in questa pluralità. E premiare la Lombardia plurale, potenziandone la capacità di fare sistema intorno a iniziative e progetti di ampio respiro, è la bussola di ogni mia decisione come assessore sia all’Autonomia sia alla Cultura. Per il bene dei lombardi e, ne sono profondamente convinto, secondo un modello che farà da scuola all’intero paese”.

Fotografia pubblicata: panorama del Lago di Como (archivio Local Genius)

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