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Il Grampo nel Mar Ionio settentrionale, ricerca del Cnr per la tutela e la conservazione dei cetacei nel Mediterraneo

25 Novembre 2018 - Local Genius

Il Grampo nel Mar Ionio settentrionale, ricerca del Cnr per la tutela e la conservazione dei cetacei nel Mediterraneo


Una specie di delfino rara e poco conosciuta a livello globale che presenta una particolarità nella livrea. Sviluppato il primo algoritmo di foto-identificazione automatica di questa specie

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«Uno studio, frutto della collaborazione tra lIstituto di sistemi e tecnologie industriali per il manifatturiero avanzato del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Stiima, ex Cnr-Issia) di Bari, il Dipartimento di Biologia dellUniversità di Bari Aldo Moro e la Jonian Dolphin Conservation, apre nuovi orizzonti per la tutela e la conservazione dei cetacei nel Mediterraneo. La ricerca, basata sulle più moderne tecniche di Computer Science, ha consentito di riconoscere in maniera inequivocabile numerosi individui di Grampo (Grampus griseus), quali affezionati visitatori del Mar Ionio settentrionale. Il risultato è stato conseguito grazie allattività di monitoraggio svolta dal team di ricerca nel Golfo di Taranto ed effettuata allinterno di un articolato progetto di Citizen Science che ha coinvolto numerosi studenti e turisti. Lo studio è stato pubblicato su Scientific Reports, rivista del gruppo Nature». Lo si legge in una nota stampa ufficiale diramata dal Cnr il 22 novembre 2018, e che riportiamo integralmente.

 «Il Grampo – spiega il comunicato – è una specie di delfino rara e poco conosciuta a livello globale che presenta una particolarità nella livrea (insieme del colore e del disegno della pelle): i giovani delfini nascono grigi e con l’avanzare dell’età il corpo dell’adulto si ricopre di numerosi graffi chiari, fino ad assumere una colorazione quasi bianca, soprattutto nella parte anteriore del corpo». “Grazie all’unione delle nostre diverse competenze abbiamo sviluppato il primo algoritmo di foto-identificazione automatica di questa specie,  basato sullanalisi dei graffi presenti sulla pinna dorsale di ciascun delfino; graffi che vengono interpretati come vere e proprie impronte di riconoscimento individuale, grazie alluso di un rivelatore statistico delle caratteristiche locali dellimmagine, caratterizzato da un tempo di calcolo molto rapido, spiega Rosalia Maglietta esperta di Intelligenza artificiale del Cnr-Stiima. La foto-identificazione aggiunge – avviene grazie al confronto tra immagini digitali delle pinne dorsali di delfini di cui si vuole conoscere lidentità e un database di delfini precedentemente foto-identificati. L algoritmo è in grado di analizzare enormi quantità di immagini in tempi brevi e senza lintervento umano, questa caratteristica lo rende adatto a essere impiegato in studi su larga scala.

«I prodotti dello studio precisa inoltre la nota stampa – sono stati presentati nella innovativa piattaforma digitale DolFin, accessibile on-line»DolFin consentirà in futuro di realizzare approfondimenti relativi alla distribuzione spaziale di questa o di altre specie di cetacei in tutto il Mediterraneo o su scala globale, aggiunge Roberto Carlucci ecologo del Dipartimento di Biologia dellUniversità di Bari. Nonostante sia considerato un abitante regolare del Mar Mediterraneo, il Grampo fa presente – rimane una delle specie di cetacei meno conosciute nel bacino. Usando DolFin potremo sapere se il delfino identificato rimane in uno stesso tratto di mare o se compie spostamenti, quali sono i suoi compagni di viaggio e le motivazioni che lo inducono a queste migrazioni.

“La presenza di questi animali, quale apice di una rete alimentare marina in un’area fortemente antropizzata qual è il Golfo di Taranto, rappresenta un indicatore fondamentale circa lo stato di salute del Mar Ionio”, spiega Carmelo Fanizza, presidente della Jonian Dolphin Conservation, che così conclude: “I risultati ottenuti potrebbero inoltre avere importanti implicazioni gestionali, poiché contribuiscono a orientare le Amministrazioni verso più efficaci misure di tutela, finalizzate alla conservazione della diversità biologica, dell’integrità degli habitat e alla fruibilità dei servizi ecosistemici”.

Fotografia pubblicata: immagine allegata alla nota stampa

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