«Il sensibile rallentamento dell’inflazione registrato a dicembre 2018 (dall’1,6% di novembre all’1,1% dell’ultimo mese) ha assunto dimensioni superiori alle attese. L’errore nella previsione è stato determinato interamente dalla voce “trasporti”, i cui prezzi si sono ridotti in ragione della caduta delle quotazioni del petrolio, a sua volta largamente riflessa nei prezzi dei carburanti per autotrazione». È il commento dell’Ufficio Studi di Confcommercio ai dati Istat del 4 gennaio 2019, diramato con una nota stampa ufficiale diffusa nella stessa giornata.
«Nel complesso, – continua la nota – queste evidenze sono da accogliere favorevolmente, in quanto contribuiscono a sostenere la dinamica, comunque debole, del potere d’acquisto delle famiglie. Per contro, segnali di fragilità del quadro dei consumi si avvertono nella deflazione che interessa, a dicembre, importanti categorie di spesa come l’abbigliamento e l’alimentazione. Quest’impressione è confermata dal differenziale che si registra tra Italia e UEM nell’inflazione di fondo (+0,6% in Italia, +1,1% nella UEM)». «Il 2018 si chiuderebbe – conclude la nota stampa ufficiale di Confcommercio nazionale – con un inflazione in linea con il dato del 2017, lasciando un’eredità nulla al 2019».