Un’accurata ricerca sulle origini del fascismo in Calabria, con particolare attenzione, tra analisi delle fonti d’archivio e cronache del tempo, rivolta alla provincia di Catanzaro, allora comprendente anche gli attuali territori di Crotone e di Vibo Valentia. La collana “Radici” di Local Genius, che sta riscuotendo un notevole successo di pubblico, ha l’ambizione di offrire un contributo significativo agli studi sul Mezzogiorno e sulla Calabria, nella convinzione che la conoscenza delle radici identitarie, culturali e storiche di un territorio, soprattutto se antichissimo, sia fondamentale per comprendere le dinamiche economico-sociali del presente oltre che per progettare ipotesi di sviluppo serie per il futuro. Il trasformismo meridionale e calabrese, ad esempio, che per diversi aspetti e con accenti più letterari può essere definito anche gattopardismo, è senz’altro un fenomeno di lunga durata: lo spiega e lo documenta anche questo autorevole saggio.
Nelle sue Conclusioni Vanni Clodomiro, proprio a proposito del trasformismo, scrive: «Il fascismo a Catanzaro può essere considerato non tanto un movimento politico nuovo, quanto piuttosto la trasformazione di vecchi strumenti di potere adattati alla nuova situazione: il PNF finì quindi per recepire, e non solo in Calabria, la vecchia classe dirigente che un tempo era stata governativa […]. Dopo la marcia su Roma si assistette ad un massiccio inserimento di vecchi politici liberali nei ranghi del fascismo: ciò valse a scatenare, all’interno del partito catanzarese, le inevitabili lotte tra fazioni per la conquista del potere municipale. Si rinnovò così quella consuetudine del Meridione, che consentiva di passare con disinvoltura da uno schieramento politico all’altro. L’adesione dei vecchi notabili portò al fascismo una vasta clientela di sottogoverno, anche se provocò le proteste di alcuni dirigenti di fede più sincera. Sfuggì a questi ultimi, tuttavia, che la loro volontà di fare del fascismo un partito rinnovatore si scontrava fatalmente proprio con quelle forze delle quali si era giovato fin dalla sua origine, e senza le quali, forse, non si sarebbe potuto affermare». Il denso lavoro di Clodomiro oltre che indagare l’avvento del fascismo in Calabria, è fondamentale anche per la ricostruzione del ruolo delle forze di opposizione (comunisti, socialisti…) protagoniste della futura Resistenza. La collana “Radici” di Local Genius è diretta da Massimo Tigani Sava.
Vanni Clodomiro si è laureato a Roma in Lettere Classiche e in Lettere Moderne nel 1968. Nello stesso anno ha partecipato al concorso per l’insegnamento di Materie letterarie e nell’anno seguente, superato il concorso, ha insegnato in un primo tempo Letteratura greca presso il Liceo Galluppi di Catanzaro. Subito dopo, ottenuta la cattedra nei ruoli di Italiano e Storia negli Istituti Superiori, vi ha insegnato fino alla pensione. Nell’anno 1974-75 ha tenuto anche un corso di Storia della scuola presso l’allora Magistero di Roma. Ha collaborato per circa un ventennio con Renzo De Felice, che fu così il suo maestro. Scrisse sulla Rivista «Storia Contemporanea», diretta dal De Felice e pubblicato da Il Mulino. Poi, con il «Bollettino calabrese di cultura e bibliografia», diretto da Francesco Tigani Sava. Successivamente, scrisse su «Studi Piacentini» e «I sentieri della ricerca», ambedue dirette da Angelo del Boca. Alla morte di Norberto Bobbio, lo sostituì nel comitato scientifico di tali Riviste. Nei primi anni 2000 fu nominato cultore di Storia Contemporanea presso l’Unical, dove lavorò per circa un quinquennio. È collaboratore dell’Istituto Storico Italiano per l’Età Moderna e Contemporanea, di Roma. Continua il suo lavoro di ricercatore, pubblicando i suoi lavori su diverse riviste.
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