«Confagricoltura condivide le preoccupazioni dei risicoltori italiani che hanno dovuto fronteggiare enormi difficoltà di mercato conseguenti alle importazioni di riso Indica dai Paesi che godono di agevolazioni tariffarie per esportare senza barriere il loro prodotto sul mercato europeo. In particolare, è evidente la rapidità con la quale sono aumentate le esportazioni di riso Indica da Cambogia e Myanmar dirette verso il mercato dell’Ue. In soli cinque anni si è passati da 165mila ad oltre 300mila tonnellate importate con un incremento, nonostante la lieve flessione nell’ultima campagna, dell’89 per cento». Lo si legge in una nota stampa ufficiale diramata da Confagricoltura nazionale il 18 novembre 2018, e che riportiamo integralmente.
«Nello stesso periodo – sottolinea il comunicato – Cambogia e Myanmar hanno migliorato il loro posizionamento sul mercato Ue passando dal 15,6 per cento al 31,4 per cento della quota di importazioni comunitarie. Ma sono soprattutto altri dati che evidenziano il pregiudizio che deriva dalle maggiori importazioni sul comparto risicolo europeo. Nel periodo oggetto di indagine, mentre aumentavano dell’89 per cento le importazioni da Cambogia e Myanmar, si riducevano di quasi il 40 per cento la superficie destinata alla coltivazione di riso Indica in Ue ed anche la produzione di riso Indica europeo. Tra le altre evidenze emerse dalla indagine: il settore risicolo europeo ha perso circa il 20 per cento di quota di mercato a favore delle importazioni da Cambogia e Myanmar; il prezzo del riso Indica importato dalla Cambogia è stato in media del 20 per cento inferiore rispetto al prezzo del riso Indica comunitario; quello importato dal Myanmar di oltre il 40 per cento inferiore; è stata registrata anche una riduzione nel tasso di utilizzazione degli impianti conseguente alle maggiori importazioni». «Conseguentemente a questi dati inequivocabili, la Commissione europea – precisa la nota stampa di Confagricoltura nazionale – ha riconosciuto il nesso di causalità tra le maggiori importazioni ed il danno economico arrecato al comparto del riso europeo. Ha proposto, quindi, di ripristinare i dazi per il riso Indica proveniente da Cambogia e Myanmar per tre anni, ad un livello decrescente pari a: 175 eur/t il primo anno; 150 eur/t il secondo anno; 125 eur/t il terzo anno».
«Da lunedì fino al 4 dicembre, si giocherà una partita fondamentale per il settore risicolo in Italia e a livello europeo. Entra nel vivo, infatti, la fase finale e decisiva – sottolinea ancora Confagricoltura – per l’applicazione della cosiddetta “clausola di salvaguardia”, con la conseguente reintroduzione delle tariffe doganali sulle importazioni di riso Indica proveniente da Cambogia e Myanmar. Nei giorni scorsi la Commissione ha reso noti i risultati dell’indagine, avviata su richiesta italiana, che ha evidenziato che le importazioni dai due paesi asiatici arrivano sul mercato dell’Ue in volumi e livelli di prezzo tali da determinare serie difficoltà agli operatori europei del settore. Il ricorso alla “clausola di salvaguardia” è pertanto pienamente giustificato. In vista della riunione del prossimo 4 dicembre del Comitato del Sistema delle Preferenze Generalizzate, che dovrà esprimere il proprio parere sulla proposta della Commissione per il ripristino dei dazi, Confagricoltura ha intrapreso una serie di iniziative. Nei giorni scorsi ha scritto ai dicasteri competenti e alle Ambasciate dei Paesi dell’UE in Italia per ribadire l’importanza della decisione per porre fine ai danni economici subiti dai risicoltori italiani. Ulteriori iniziative saranno annunciate nei prossimi giorni. Da tempo, Confagricoltura chiede di attivare la “clausola di salvaguardia” prevista dal regolamento n. 978/2012, per ripristinare i dazi alle importazioni di riso Indica da Cambogia e Myanmar. E per tale motivo ha sostenuto in ogni sede istituzionale la presentazione della richiesta di indagine che il Governo italiano ha presentato il 16 febbraio scorso – e sostenuta poi anche da altri sette Paesi: Bulgaria, Francia, Grecia, Portogallo, Romania, Spagna ed Ungheria – ed ha collaborato con Ente Risi, i ministeri competenti (Mise E Mipaaft) e con i legali incaricati della questione al fine di avviare le verifiche sul danno subito dagli operatori per le importazioni a dazio zero».
“I risultati dell’indagine – commenta il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti – dimostrano chiaramente, con dati di fatto, il pregiudizio arrecato dalle importazioni in esenzione di dazio al comparto risicolo europeo. E’ quindi necessario procedere al ripristino della protezione tariffaria per i tre anni previsti dalla normativa comunitaria, con un dazio invariato (175 euro a tonnellata) per l’intero triennio”. Confagricoltura richiama l’attenzione sul delicato passaggio della riunione del Comitato del Sistema delle Preferenze Generalizzate: “Sarebbe sorprendente, infatti – sostiene il presidente Giansanti – che alla luce dei risultati dell’indagine della Commissione si determinasse una situazione di stallo particolarmente negativa”. “Da parte nostra – ha concluso Giansanti – continuiamo a lavorare per ottenere un risultato che costituirebbe il giusto riconoscimento di anni di continuo impegno a fianco delle imprese risicole italiane, che chiedono di poter operare su un mercato equo e senza svantaggi competitivi”.