«Nata nel 1968, la DOC Montepulciano d’Abruzzo festeggia quest’anno i 50 anni della denominazione, che rappresenta il vino “principe” della regione Abruzzo e ne è diventato negli anni il simbolo enoico nel mondo, ottenendo numerosi riconoscimenti commerciali e reputazionali. Per celebrare questo importante anniversario Codice Citra, la più importante realtà vitienologica abruzzese, ha organizzato una tavola rotonda dal titolo: “Codice Citra e Il Suo Montepulciano d’Abruzzo Doc”, che si terrà domenica 6 maggio alle ore 9 presso il Teatro Fenaroli di Lanciano a cui interverranno ospiti di grande calibro del mondo vitienologico». Lo si legge in una nota stampa ufficiale diramata il 2 maggio 2018, e che riportiamo integralmente. «L’introduzione ai lavori – spiega il comunicato – è affidata al presidente di Codice Citra, Valentino Di Campli e, quindi, a seguire interverranno: Prof. A. Scienza, docente Università Cattolica di Milano, con l’intervento “Importanza della zonazione”; M. Odoardi, responsabile Regione Abruzzo, con l’intervento “Storia del Montepulciano”; N. Dragani, presidente Assoenologi Abruzzo, con l’intervento “L’evoluzione del Montepulciano d’Abruzzo DOC dal punto di vista tecnico”; R. Cotarella, enologo e presidente mondiale Assoenologi, nonché consulente enologico di Codice Citra, con l’intervento “Progetto Ricerca & Qualità Codice Citra”. Ci sarà poi un Talk Show, moderato dal giornalista televisivo Bruno Vespa, dal titolo “Il Montepulciano raccontato dagli abruzzesi” che vedrà come protagonisti Niko Romito, celebre chef 3 stelle Michelin, la scrittrice Giulia Alberico, Manuela Cornelii, consigliere nazionale AIS Abruzzo ed il regista Pierluigi Di Lallo. Infine alle ore 11:30 si terrà una degustazione tecnica guidata riservata alla stampa presente ed agli ospiti accreditati, presso l’Auditorium Diocleziano di Lanciano». «L’azienda abruzzese, fondata nel 1973, raggruppa nove cantine della provincia di Chieti. È la più importante – precisa infine la nota stampa – realtà produttiva vitivinicola d’Abruzzo, che unisce tecnologia, controllo e competenze di una grande azienda alla qualità e alle peculiarità del lavoro tradizionale di 3.000 soci vignaioli che coltivano 6000 ettari di vigneti».
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